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Jersey Vice: puntata “pilota” il 25 novembre Alessio Giorgetta
Rockin’1000. Il sogno, la follia, l’emozione.
Quando mi chiedono come è stato il Rockin’1000 2016, mi trovo sempre in difficoltà. Uso parole banali, “fantastico”, “unico”, “inimmaginabile”. Sono parole che hanno una duplice valenza. Descrivono tutto e niente.
Proverò a raccontarvi quello che mi è passato nella testa e nel cuore domenica 24 luglio. Però per farlo devo tornare ad un anno fa, nel 2015, quando partivo per Cesena per vedere qualcosa mai realizzato in Italia: mille musicisti che suonavano una sola canzone tutti insieme, Learn to Fly dei Foo Fighters con lo scopo di girare un video e chiamare in romagna la band americana. E ci riuscirono. Tornai a Cesena ad accompagnare Marco che andava al concerto dei Foo Fighters. Un sogno che si avverava.
Quello che i ragazzi di Rockin’1000 però hanno continuato a fare, è stato credere in una idea. Vederci un futuro in un progetto che poteva anche dirsi concluso e hanno rilanciato una cosa sulla carta folle: un intero concerto rock suonato da mille musicisti. Si avete capito bene! Sapete quanti sono mille musicisti? Riempiono il terreno da gioco di uno stadio intero. E così è stato.
Per andare a vivere un sogno, bisogna metterci un pizzico di follia e siccome anche a noi la follia piace, abbiamo deciso di credere nel sogno dei ragazzi di Rockin’1000, prima comprando il biglietto tramite crowdfunding su Eppela e poi raggiungendo Cesena in camper, per avere una visione “in loco” di quello che poteva essere. E così venerdì 22 luglio io, Maila e Caterina siamo partite con il camper, raggiungendo Marco già a Cesena per le prove. Io, nonostante fossi presente al Parco Ippodromo nel 2015, non riuscivo a immaginare quello che poteva essere. E nei giorni successivi è stato un alternarsi di sentimenti. L’attesa, la voglia di vedere con i miei occhi cosa può fare la musica. Ecco, Rockin’1000 non è stato solo rock. È stato mettere insieme persone da tutte le parti d’Italia (e non solo), con uno scopo comune. Perché la musica unisce le persone, anche in una epoca in cui non riusciamo più a sorridere.
I giorni e le ore prima del concerto sono state un misto di attesa, ansia, emozione. Emozione per Marco che era uno dei mille a suonare, ansia perché anche nei sogni più belli ci sono piccoli dettagli che possono mandarlo in frantumi e attesa…tanta attesa… e la si leggeva negli occhi di tutti, di Marco e dei musicisti che incontravamo fuori dallo stadio, dei tecnici che vedevi passare, l’attesa di una città intera.
Quando domenica 24 luglio siamo entrati dentro lo stadio mi è sembrato come quando per Natale scarti un regalo che hai atteso tanto. Avevo ancora i brividi dalla prova generale del giorno prima. Ma quello che è avvenuto davanti ai nostri occhi è stato veramente unico. Sedici pezzi della storia del rock mondiale, suonati in modo impeccabile da un esercito di musicisti. Avrei voluto che quel momento non finisse più.
Ecco perché per me partecipare, per la seconda volta, a Rockin’1000 equivale a testimoniare che nei sogni dobbiamo ancora crederci. Quando ci dicono che siamo una generazione spacciata, che non sa osare più, io vorrei urlare che in questa Italia c’è ancora chi ai sogni ci crede e li vive. E scusate se c’abbiamo creduto anche noi.
Francesca
Rockin’1000 – That’s Live
Estate è sempre sinonimo di avventura. O almeno è quello che vorremmo che fosse. Passiamo gli inverni a fantasticare sul prossimo viaggio, sulle mete esotiche che ci piacerebbe visitare senza pensare che la magia può avvenire anche a poche centinaia di chilometri da casa. E io vi racconto di un viaggio fatto di desideri esauditi.
Empoli – Cesena sono esattamente 212 Km. Li abbiamo percorsi in camper, il sogno di ogni bambino. O almeno, il mio lo era. Evvai, desiderio numero uno avverato.
Maila, Caterina e Francesca in sella ad un camper in un caldo Venerdì per raggiungere Marco. Perché siete partite il Venerdì se il concerto ci sarebbe stato solo la Domenica sera?
Vi rispondo con un esempio culinario. Quando ordino l’antipasto misto toscano lo fo consapevole del fatto che vedrò arrivare il crostino al pomodoro, il crostino ai funghi, i sottaceti, il prosciutto, l’insalata russa e l’agognato crostino ai fegatini. Ecco, io parto sempre dalle pietanze che mi piacciono meno, per poi concludere in bellezza col crostino ai fegatini. Così ti godi l’attesa del momento.
Bene, siamo partite il Venerdì perché il Venerdì era un po’ come mangiare il crostino ai funghi.
Chiaro, no? Venerdì 22 e Sabato 23 Luglio, due giorni in cui abbiamo vissuto l’atmosfera rockinmillesca a 360°: la musica delle prove che risuonava tutto intorno lo stadio, le prove luci nella notte, i sorrisi e i volti stanchi dei musicisti all’uscita delle prove, la tensione prima di entrare in scena e i brividi lungo la schiena quando abbiamo avuto il privilegio di assistere alle prove generali del Sabato. Tutto preannunciava un evento fantastico: e così è stato.
Domenica. Il crostino ai fegatini. Ha piovuto tutta la notte e tutta la mattina ma il dio del rock ci ha voluto bene. Il sole splendeva nel pomeriggio. Lo stadio era pieno e l’aria elettrica. Pensare che Marco, il nostro Marco, era lì, tra 1200 musicisti mi riempie di orgoglio. 16 pezzi della storia del rock, pezzi che sarebbe stato altrimenti impossibile ascoltarli live dentro uno stadio. Tac, altro desiderio esaudito! E dopo le emozioni, cantare a squarciagola e i brividi sulla pelle, la domanda che mi risuonava in testa era: ma come diavolo hanno fatto ad organizzare una roba così? Fantastico, il genio italiano c’è ancora! E mai come in quel momento, una delle 16 canzoni di quella sera, calzava a pennello.
Patti Smith – People Have the Power
Maila
Tra social, sogni e realtà, il mio #Rockin’1000
Una settimana appena è passata dalla nostra “Rockin’1000 experience” e ancora mi sto pizzicando per capire come è stato possibile mettere insieme una band ancora più grande della prima, quella di un anno fa per Learn To Fly, di oltre 1200 elementi e farla funzionare come una macchina in così pochi giorni.
Mi sono sentita dire: sì, ma questa volta non è come la prima, stavolta c’è più organizzazione, ci sono sponsor, ha perso di genuinità.
Certo, senza il denaro non si muove nessuno e i #millini che si sono mossi a loro spese possono essere ritenuti alla stregua di coloro che vanno a suonare gratis pur di farlo.
Niente di tutto questo e non lo dico perché ero a Cesena con la nostra spedizione in camper per Orme Radio, perché la prima risposta l’abbiamo avuta venerdì sera al nostro arrivo, incontrando un gruppo di musicisti che si erano conosciuti alle prove e che stavano passando la serata, come se fossero amici da tempo con uno di loro che fa: “altro che poke su facebook! anche che amici virtuali! qui si è creata una comunità che non cambierei per nessun’altra esperienza al mondo”.
Inizia così la nostra avventura fatta di tempi scanditi dalle prove, di tantissimi volti intrisi di sudore e allegria, che fanno ordinatamente la fila per la cena al sacco e la birra tra una prova e l’altra, del nostro Marco (ovvero il Polo) che ormai ė entrato nel mood del gruppo e che tiene testa alla fatica di un tour de force tra sole, caldo e chitarra che diviene pesante sulla schiena.
Avventura che prosegue con l’emozione di poter assistere alla prova generale del sabato sera e fare parte di un mini pubblico che non si risparmia e applaude ad ogni canzone come se fossimo già all’evento del giorno dopo.
Ed ecco il “dio del rock”, il vip che tutti aspettavano, che si mostra per la prima volta e non ė altro che la più grande rock band al mondo, che si ė appena esibita senza alcun errore, come se fosse la cosa più naturale al mondo suonare tutti insieme così con il maestro Marco Sabiu che pare che conduca senza tanta fatica.
Il giorno dopo poi la bellezza di essere tra il pubblico nello stadio di Cesena, altro importante protagonista del #ThatSLive che applaude, incita, supporta, si bacia e saluta inseguendo le telecamere che sbirciano “tutti noi” che siamo in attesa, poi l’arrivo dei #millini, ordinati e allo stesso tempo carichi a salve, che percepiscono l’emozione che stanno per dare e che vivranno a loro volta come protagonisti non assoluti, perché si ė parte di un tutto e quel tutto non esisterebbe senza ciascuno di loro.
C’è chi l’ha definita la più bella esperienza rock da anni, c’è chi vede ancora questo avvenimento con gli occhi da scettico, c’è chi come noi che ancora si porta dietro tantissimi aneddoti fatti di volti di ogni età, di persone famose o meno, di entusiasmo e energia dirompente come solo la musica può essere e che unisce e supera ogni barriera.
Oggi ė il primo agosto e mi ascolto ancora una volta le parole di Fabio Zaffagnini, nel suo messaggio in inglese registrato nel video ufficiale appena pubblicato, quello di Rebel Rebel, perchè arrivi la forza di tutto ciò che può rappresentare un sogno come questo, ormai realtà.
“With passion, dedication and fuckin’ hard work, we can transform our lives.
So stay together, no more conflicts, and play rock’n’roll!”
Lunga vita al dio del rock, eravate 1200, eravate un sogno, ora siete realtà.
Caterina
Written by: Redazione
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